lunedì 30 gennaio 2012

Lezione 5 - Le regole redazionali

Dunque, dopo immenso ritardo dovuto a fatti personali che non ho né la voglia né l'intenzione di raccontarvi (eheh, ovviamente scherzo), finalmente ho il tempo di aggiornare il blog con la lezione promessa tempo fa a proposito delle regole redazionali.
Innanzitutto, cosa si intende con regole redazionali? Ebbene, si intende tutto ciò che, anche graficamente e non solo grammaticalmente, si può o non si può scrivere. Ma andiamo per ordine: iniziamo con la grammatica. Ecco un piccolo elenco che può aiutare a ricordarsi come scrivere certe parole:

  • Sulle parole perché, finché, poiché, alcunché, benché, sé (es.: sé stesso), (es.: né l'uno né l'altro), poté, combatté e trentatré l'accento è acuto. E' errore scriverlo in modo diverso. Sulle parole come cioè, tè, è, caffè, piè, ahimè, Mosè, invece, l'accento è grave.  
  • L'accento si usa su (giorno), lì, là, dà (III persona del verbo dare) e (affermazione).
  • La parola E' va scritta con l'accento grave, non con l'apostrofo (io lo faccio perché qui sul blog non ho altro modo)
  • L'accento tonico non si indica mai, a meno che non sia di fondamentale importanza per comprendere il significato di una certa parola, ad esempio con princìpi e prìncipi. 
  • L'apostrofo, invece, si usa solo con da' (imperativo di dare), di' (imperativo di dire), fa' (imperativo di fare), to' (imperativo di tenere), va' (imperativo di andare), po' (abbreviazione di poco) e mo' (abbreviazione di modo). L'apostrofo, inoltre, si mette davanti alle abbreviazioni delle date, per esempio '800 per dire 1800. Importante: tal e qual non si apostrofano mai! (quindi si scrive qual è, tal è). 
  • Va' sempre mantenuta la concordanza soggetto-verbo, cosa che, purtroppo, al giorno d'oggi sembra essere molto difficile da fare. Per esempio, con "un migliaio di persone", il soggetto è "migliaio", non "persone"!!! Quindi si scrive "Un migliaio di persone è uscito da quel locale", e non "Un migliaio di persone sono uscite da quel locale". Chiaro? 
  • Nella lingua italiana i termini stranieri non hanno plurale. Quindi si dice "i film", non "i films".
  • L'unica parola con la doppia Q è soqquadro. Tutti i derivati di acqua presentano il CQ e tutti i derivati di scienza il SCIE. 
  • Errore molto comune da evitare: avessi è diverso da avesti!!! Il primo è condizionale (se lo avessi potrei fare qualsiasi cosa/se lo avessi potresti fare qualsiasi cosa), mentre il secondo è un passato remoto, ed è solo alla II persona singolare (tu lo avesti, fosti in grado di fare qualsiasi cosa).
  • Non si mette mai, e sottolineo mai, la virgola tra soggetto e verbo (es.: il puffo, è un gelato)
  • Infine, cosa che a volte mi viene contestata ma per la quale continuerò a battermi con le unghie e con i denti: la H iniziale, in italiano, è muta. E quindi sì, ci vuole l'apostrofo come se fosse una vocale. Quindi sarebbe corretto L'Hobbit e non Lo Hobbit, a meno che non vogliamo concedere una licenza poetica. 

Ecco qui, speriamo che questo specchietto possa servirvi. A me serve, per esempio. Spesso può capitare di avere dubbi. Venire a consultarlo non vuole affatto dire non sapere l'italiano, vuol dire semplicemente che non apriamo un libro di grammatica da un po' e che quindi abbiamo bisogno di una ripassata.
Ora, invece, precipitevolissimevolmente (non chiedetemi da dove mi sia uscito questo avverbio) e senza ulteriori indugi, andiamo a vedere le regole redazionali grafiche. Vi ricordo che alcune preferenze sono sempre a discrezione della casa editrice, ma, di norma, queste regole sono riconosciute.

  • i discorsi diretti si scrivono tra virgolette caporali, ovvero quelle basse << e >> . In alternativa, si possono usare anche i trattini - (lunghi o medi, quelli corti solo per giustificare).
  • i pensieri o le citazioni all'interno di discorsi diretti si scrivono tra apici " e "
  • sempre tra apici vanno le parole che esprimono ironia (es.: quei "poveri" canadesi), le parole che esprimono un'idea particolare (es.: filosofia del "bello"), le parole riportate direttamente da un testo, le parole cui vogliamo dare enfasi, che si possono scrivere anche in corsivo.
  • il grassetto non si usa mai!
  • il corsivo si usa per dare enfasi a una parola, esprimere un pensiero al posto di usare gli apici, i titoli dei libri, volendo anche le parole straniere.
  • qualsiasi segno di interpunzione, salvo le parentesi, è attaccato alla parola che precede, ma staccato con una spazio da quella che segue (es.: io, robot)
  • non si usa il punto fermo alla fine dei titoli
  • l'iniziale maiuscola si usa ogni volta dopo un punto fermo, con i nomi propri (mai con i nomi comuni), con gli acrostici.
  • i numeri, solitamente, vanno scritti in lettere, a meno che non si tratti di date. Usano i numeri romani solo i secoli, i nomi dei papi ecc.  

Finito. Ribadisco che non sono regole da seguire tassativamente (io per esempio nei discorsi diretti utilizzo gli apici e non le caporali). Però ad un editore può far piacere ricevere un testo che segue già le sue regole redazionali. Quindi, ad esempio, se inviate a Feltrinelli e vi accorgete che spesso usa i trattini per i discorsi diretti, usateli anche voi. Non vi costa nulla, potete anche cambiarli con un solo gesto utilizzando su word "trova e sostituisci", come penso anche su tutti gli altri editor di testo.
Arrivederci a tutti, ci vediamo al prossimo post! 

4 commenti:

  1. È... possibile usare il copia incolla per scrivere lettere "strane" ;-)
    A parte questo, approfondirei l'uso delle maiuscole per i punti cardinali quando indicano specifiche zone geografiche: andare a nord VS andare al Nord.
    Ciao.
    Anonimo_SK

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  2. Hai ragione, ma sono una persona ESTREMAMENTE pigra, ergo non avevo la benché minima voglia di andare in Word, copiare tutti i caratteri strani ed incollarli =P XD.
    Hai ragione, effettivamente non avevo pensato a quanto le maiuscole potessero essere problematiche. Mi è venuto anche il dubbio, per esempio, a proposito della doppia maiuscola: se il nome di una città è composto da due parole vanno entrambe in maiuscolo o solo la prima? Io opto per la prima ipotesi, ma qualche dubbio lo nutro ancora... quindi mi informerò meglio e dedicherò un post, in futuro =)

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    1. Buona la prima: entrambe maiuscole. ES: Porto Tolle.
      Vanno però minuscole le preposizioni. Es: Po di Gnocca (località di Porto Tolle, appunto). In questo caso il "di" va minuscolo.
      Anonimo_SK

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    2. Infatti, mi sembrava ;)
      Bene, vuol dire che non devo andare in cerca di errori. O, almeno, di questi errori =D

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