lunedì 22 luglio 2013

Video - Recensione "I Cacciatori del Tempo

Finalmente un nuovo video, gente! Recensione di un Fantasy di dubbia natura scritto da Vanna de Angelis e pubblicato, pensate un po', dalla Piemme. Mi scuso fin d'ora per la mia bruttura ma non mi ero presa la briga di abbellirmi. Concentratevi sui contenuti! xD



sabato 20 luglio 2013

Riflettendo - L'editoria a pagamento

Salve belli!
Oggi iniziamo con una carrellata di considerazioni a proposito dei sistemi editoriali di cui noi sfortunatissimi esordienti ci possiamo avvalere. Si parte da quella che odio di più: l'editoria a pagamento.
Innanzitutto, sfatiamo qualche lecito dubbio: quando si parla di editoria a pagamento non si parla del pubblicare da soli, andando in copisteria e facendosi stampare qualche centinaio di copie... no, si parla di vere e proprie case editrici, che prendono in visione i nostri lavori, li giudicano, e in caso di esito positivo (e quasi sempre c'è un esito positivo, dato che sono gli autori a pagare) vengono sottoposti ad un "buon" editing, pubblicati e anche distribuiti.
Sì, ok, questo è quello che promettono loro. La realtà è qualcosa di ben differente.
Innanzitutto, partiamo dal ragionamento più ovvio: perché pagare? Per avere un servizio, dicono alcuni. SBAGLIATO! Non sono LORO che danno un servizio a NOI, è l'esatto opposto! Siamo noi scrittori a fare il lavoro sporco, noi scrittori a impegnarci, a volte per anni, solo per sfornare qualcosa di decente. Perciò siamo noi che abbiamo lavorato, e noi che diamo da vivere alle case editrici! Una casa editrice seria non chiede soldi per fare il lavoro che compete a lei. Lo scrittore fa lo scrittore, l'editore fa l'editore. Troppo facile dire che lo scrittore fa lo scrittore, poi paga e fa anche l'editore... Quindi fate attenzione, scrittori in erba, diffidate tantissimo dalle case editrici a pagamento, perché vi chiedono soldi per fare qualcosa che non vi compete! E soprattutto perché tutto quello che fanno ve lo disegneranno come un favore, mentre in realtà il favore lo fate voi a loro, perché concedete la vostra opera, i vostri diritti, i vostri soldi, e infine buona parte delle percentuali sulle eventuali vendite! Sempre se di vendite ce ne saranno, perché una casa che riceve soldi dall'autore non è per niente incentivata a vendere, tanto i soldi li prende direttamente dalle vostre saccocce! Invece una casa editrice che non richiede nessun contributo si deve impegnare per non fallire, fare davvero del buon editing e della buona distribuzione!
In pratica quello del confondere ciò che compete l'editore e ciò che compete lo scrittore è come confondere chi "offre lavoro" da chi lo "acquista". Non è l'azienda a offrire lavoro al lavoratore, è il contrario! Il lavoratore offre il suo lavoro all'azienda, e l'azienda lo acquista. Lo stesso per gli editori: non sono loro che offrono lavoro, siamo NOI, e come tale LORO devono acquistarlo. Chiaro?
Quindi, abbiamo visto come questo sistema non solo sia profondamente ingiusto ma anche controproducente, come dicevo una casa editrice i cui introiti provengono direttamente dai propri autori non è per nulla incentivata a fare un buon lavoro. Ma ora vorrei farvi aprire gli occhi anche a proposito degli imbrogli che le case editrici a pagamento intessono.
Le suddette, infatti, SANNO di essere delle ladre, e come è ovvio tentano in tutti i modi di nasconderlo. Nei propri siti non sono quasi mai chiari a proposito del loro lavoro, fanno solo promesse e non si soffermano sui tipi di contratto che vorranno davvero offrire, imbrigliando quelli che capitano nella loro rete. A me questo è capitato di recente con la casa editrice Kimerik. Un sito per la maggior parte incomprensibile, e se andate a vedere la loro presentazione non troverete mai, nemmeno per sbaglio, le parole "contributi", "pagamento", "copie dell'autore"... e invece, cari, questa casa editrice è proprio a pagamento. Non solo: se per caso chiedete informazioni via email con il modulo da loro disposto, non riceverete nessuna informazione aggiuntiva in merito. E sono pronta a scommettere che anche via telefonica ci saranno operatori molto in gamba a rigirare la frittata.
Infine, poi, ci sono quelle case editrici a pagamento che ammettono di essere a pagamento, ma lo dicono con un tono talmente vittimista da farti quasi credere nella loro onestà. Frasi tipo: "Richiediamo un piccolissimo contributo all'autore per permetterci di svolgere al meglio il nostro lavoro" o, ancora peggio "All'autore, in cambio del nostro fantasmagorico servizio, chiediamo solamente l'acquisto di un ristrettissimo numero di copie".
Insomma, questo dovrebbe farvi capire quanto siano false certe case editrici. Voler nascondere o voler passare per "falsi buoni" è il tipico atteggiamento di chi sa bene di stare facendo qualcosa di moralmente aberrante. Tanto più che, ovviamente, le maggiori case editrici sono appunto senza contributi. Sarà solo un caso?
Per cui, autori, DIFFIDATE! Anche se siete disperati non lasciatevi mai, mai, MAI irretire da questi, non posso definirli in altro modo, strozzini.

mercoledì 17 luglio 2013

Lezione 31 - Il blocco dello scrittore

Salve marmaglia!
Finalmente dopo tanto tempo di assenza torno a farmi vedere. Perché sono mancata tanto, dite? Beh, la sessione estiva di esami ha la gran parte della colpa. Inoltre, purtroppo, in questo periodo non brillo né in salute fisica né in idee per nuovi articoli... tutto questo mescolato assieme, con l'aggiunta di un pizzico di sale e pepe a piacere, vi dà il quadro generale della mia situazione.
Ora però arrivano le buone notizie: domani darò finalmente l'ultimo esame dell'anno e in più, che ci crediate o no, ho anche intenzione di riprendere a filmare video, accantonando la mia mania per la perfezione (ho fatto qualche ripresa il mese passato ma non mi piacevo e ho cestinato tutto... errore imperdonabile!). Per cui... state in campana che dalla prossima settimana ho intenzione di SOMMERGERVI di roba!


Ora però iniziamo la lezione di oggi. Come ho detto, ultimamente ho pochissime idee, per cui l'argomento mi è stato misericordiosamente suggerito da un web-amico.
Parliamo di blocco dello scrittore, infatti, infima e alquanto spiacevole situazione in qui tutti alla fine veniamo a trovarci, prima o poi (anche se si spera nel "poi"). In cosa consiste esattamente? Beh, io mi sono presa la libertà di stilarne alcune categorie:


  • Blocco Cerebrale: non ci sono più idee ma si ha voglia di scrivere (pressapoco quello che sto passando io ora col blog). Per cui si ricerca spasmodicamente qualcosa da fare... e non la si trova.
  • Blocco Tecnico: ci sono le idee ma non c'è la voglia di scrivere. Per cui si pensa, si annota, si pensa ancora, e alla fine non si conclude un fico.
  • Blocco Generale: il peggiore, non si hanno idee e anche se si avessero non si avrebbe voglia di metterle per iscritto. Generalmente i blocchi generali sono conseguenti ad un periodo di stress o anche solo di produzione intensa.  
  • Blocco Critico: ci sono sia le idee che la voglia di scrivere, ma quando si inizia ci si accorge che tutto quello che si fa è veramente orrendo.
  • Blocco della Novità: si sta scrivendo qualcosa da molto tempo e non si ha più voglia di procedere su quella storia, e l'unica cosa che si desidera è passare ad altro, un'altra avventura, un'altra trama.
  • Blocco del Capitolo: avete idee, avete voglia di scrivere, ma non avete voglia di scrivere QUEL preciso pezzo che dovete scrivere, per seguire l'ordine cronologico della trama, mentre morireste dalla voglia di saltare e passare direttamente al capitolo successivo.


Ecco, personalmente le ho testate TUTTE, dalla prima all'ultima, eppure sono ancora qui, quindi vuol dire che in qualche modo se ne esce sempre. Ora però rimane da capire come.
Beh, non voglio mentirvi, il tempo è il rimedio principale. Spesso la sensazione di blocco, qualunque essa sia, è passeggera, transitoria. Può durare giorni, settimane, MESI (sì, anche questo mi è capitato), ma posso giurarvi che alla fine la voglia di fare torna sempre. Però ci sono anche piccoli accorgimenti da adottare... 
Ad esempio, se avete un Blocco Cerebrale, semplicemente, leggete, osservate, guardate film. Smettete di sforzarvi sulla scrittura, abbandonatela per quel tanto che serve, e attendete pazientemente che arrivi un'idea; l'unica cosa che dovete fare è aiutare questa idea a sorgere leggendo quello che hanno scritto altri autori, o come dicevo vedendo film... lasciate che i vostri colleghi vi aiutino ad allenare un cervello momentaneamente paralizzato!
Se il vostro è un Blocco Tecnico, non mollate assolutamente le vostre idee! Annotatele, pensatele, modificatele nella vostra mente, create in modo astratto. Non cimentatevi nella scrittura vera e propria se non ne avete voglia: ne uscirebbe solo una sfilza di ovvietà. Però non permettete mai alle idee di essere dimenticate! Quando tornerà la voglia di scrivere potrete dedicarvi a loro.
Se avete un Blocco Generale, unite i due consigli soprastanti.
Se avete un Blocco Critico, cercate qualcuno che legga ciò che scrivete e del cui giudizio vi fidate che vi faccia capire se ciò che scrivete è davvero da buttare o se siete voi a essere troppo severi con voi stessi. Vi stupireste di sapere quante volte si tratta di questa seconda ipotesi...
Se siete alle prese con un Blocco della Novità, NON ABBANDONATE QUELLO CHE STATE FACENDO PER QUALCOS'ALTRO!!! E' di vitale importanza. Come consiglio spesso, è sempre meglio concentrarsi su un solo lavoro alla volta. Per cui, se avete altre idee, annotatele ma non cercate di prenderle in mano. Sono particolarmente severa su questo punto, perché mi sono sempre imposta di seguirlo, e invece proprio qualche mese fa ho abbandonato un progetto per un altro, credendo che l'originale fosse del tutto da buttare, e ora invece mi è tornata voglia proprio dell'originale... ora mi trovo con due libri scritti a metà. Ed è la cosa più odiosa che possa accadere.
Infine, se avete un Blocco del Capitolo, semplicemente, provate a superare lo scoglio o in alternativa fermatevi del tutto. Non è bene andare a scrivere pezzi che vi piacciono di più ma che si trovano più avanti con la trama, altrimenti poi vi ritroverete in mano con molti stralci da unire l'uno con l'altro, e riuscirci è quasi sempre impossibile, perché insomma vi saranno rimaste le parti "noiose" e di transizione alla fine, tutte in una volta.
Questi erano, in breve, i miei piccolissimi e personalissimi consigli. Ma ne ho un altro, più generale, per cercare di farvi uscire dal baratro: semplicemente aprite il vostro editor di testo e iniziate a scrivere. Sembra banale e anche impossibile da fare, quando non si ha voglia. Ma posso garantire per esperienza che, spesso, semplicemente sforzandosi per le prime righe poi si riesce a prendere il ritmo e a continuare la storia. Certo, forse il blocco vi rimarrà ancora per qualche settimana, nel senso che per qualche settimana ancora non avrete voglia di fare alcunché, ma se per caso quest'ultimo metodo vi riesce, potrete continuare la storia e non rimanere bloccati.
Arte vi saluta e come al solito spera di esservi stata d'aiuto. Infine, vi augura una buona e felice esistenza fino al prossimo articolo! Bye bye!