giovedì 12 luglio 2012

Lezione 16 - Ehm... i personaggi parlano da soli?

Oddio, questa è davvero una cosa che mi fa alterare, quando mi ci imbatto. E' capitato ieri in un libro e stasera in un film. Il film era quello su canale 5, "Shark Qualcosa", mentre il libro è "Il libro del Destino - il Principe delle Nebbie", targato Elisa Rosso, che sto usando come tappabuchi tra me e il terzo Hunger Games (fino a quando potrò comprarmelo). Ecco, sì... diciamo che il libro della Rosso funziona giusto come tappabuchi, perché chiedergli qualcosa di più profondo sarebbe come chiedere ad un musulmano di recitare l'Ave Maria gustandosi una braciola e disegnando una vignetta irriverente di Maometto che imbratta la Mecca con graffiti filo-americani. Ho reso l'idea? Per il film, invece, un po' meglio, ma veramente nulla di che. 
Ecco, ora sapete cosa hanno in comune il film e il libro? Cosa è successo perché riuscissi a odiare il film e a ingiuriare la Rosso? Ho letto/visto scene obbrobriose. Scene in cui il protagonista, in quel momento da solo, si mette a parlare ad un pubblico invisibile. Ma... porca... miseria... COSA COSTAVA METTERE IL MONOLOGO ALL'INTERNO DI UN DIALOGO O TRASFORMARLO IN UN PENSIERO?
Ecco, a dire il vero a me dispiace essere così distruttiva. Ma se già un libro o un film partono male, una scena  in cui il protagonista parla da solo come un idiota mi fa davvero partire il tic nervoso all'occhio. 
Ma io mi chiedo: gli autori ci pensano prima di partorire queste cose? 
Vi ho sempre detto che tutto deve essere all'insegna del realismo, tutto deve essere verosimile, altrimenti il lettore non riesce ad immedesimarsi. Secondo voi quanto può essere verosimile un personaggio che, completamente da solo, si mette a fare un lungo discorso a sé stesso? Ma... uffa. Non ho più lacrime per piangere. Voglio dire... una persona (normale) da sola non si mette a parlare a vanvera, e per minuti interminabili, poi! Quando una persona è da sola, le cose le PENSA. Che bisogno ha di ripetersele ad alta voce? Al massimo può partire un'esclamazione, per esultare o imprecare... ma arrivare al punto di fare un discorso da mezza pagina (nel caso del libro) nella solitudine più completa è da folli.
Ma insomma... sono intelligente io? Non so, mi sembrano cose così elementari! E' ovvio che leggendo/vedendo una scena del genere, un lettore/spettatore un pochino più pignolo della media, se ne accorge e ha subito la sensazione che quelle frasi gridate al vento siano state piazzate lì PER FORZA, perché l'autore voleva mettercele e farle sentire al pubblico, anche se non c'erano personaggi con cui far dialogare il protagonista. O, ancora peggio: l'autore non sapeva come costruire il dialogo! Ecco, io spero che quest ultima cosa non sia vera, altrimenti la situazione è tragica. TRAGICA! 
Porca miseria, il monologo poteva andare bene nella tragedia greca, o in Shakespeare. Ma in un film/libro odierno il lettore/spettatore è messo all'interno, vede tutto con gli occhi di un narratore onnisciente. Non può esistere un monologo, che serve appunto per collegare il lettore/spettatore al personaggio monologhista. NON SERVE, MALEDIZIONE, NON SERVE! Anzi, è controproducente, perché il lettore/spettatore che era riuscito a immedesimarsi nella storia ne viene subito catapultato fuori. 
Per sicurezza lo ripeto ancora una volta: il monologo serve per mettere in contatto il personaggio con il lettore/spettatore. Ma questo presuppone l'esistenza di un lettore/spettatore, che ai nostri tempi si cerca di far immedesimare nella storia, proprio come fosse anch'esso un personaggio. Il monologo lo riporta bruscamente alla realtà, perché gli fa rendere conto che ciò a cui sta assistendo non potrà mai essere reale: un personaggio non potrà mai fare un discorso così lungo da solo. Quindi il lettore/spettatore è portato inevitabilmente a pensare che il personaggio stia facendo quel discorso apposta per lui. Quindi viene buttato fuori dalla storia. Quindi non si immedesima più. Quindi si inca**a.
Cioè, inserendo un monologo, si rovina tutto ciò che si era cercato di fare fino a quel momento. La ritengo quindi una delle cose più sbagliate  e disastrose da fare, sia in un film che in un libro. Pertanto, ricordatevi: no monologhi, no monologhi, NO MONOLOGHI, NO MO-NO-LO-GHI!!! Ve lo chiedo col cuore!

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