domenica 8 luglio 2012

Lezione 15 - Mantenere la suspense

La suspense è di vitale importanza per un romanzo. Un libro senza suspense è interessante quanto un fiore senza petali, o una fetta di pane senza nutella. Ovvero: una schifezza. Quindi, come avrete capito, bisogna imparare a mantenerla durante tutta la durata del racconto. In alcuni punti, i più cruciali, deve essere abbondante, in altri invece deve solo avvertirsi lievemente, quel tanto che basta per incentivare il lettore a leggere ancora. E' opinione di molti, infatti, che la suspense serva solo ed esclusivamente quando ci si trova nel mezzo di un'azione importante, un punto di svolta per il racconto. NIENTE DI PIU' SBAGLIATO!
Come ho detto, la suspense va mantenuta sempre. Ovvio, con criterio: non si può soffocare il lettore con una suspense troppo elevata durante tutto il libro. Ma non si può nemmeno lasciar morire tutto nella noia.
Ecco quindi un piccolissimo accorgimento che mantiene la suspense anche quando, in teoria, non c'è un'azione clamorosa. Basta, infatti, dividere intelligentemente i capitoli. In pratica, bisognerebbe far accadere qualcosa ad ogni capitolo, mi seguite? Ma senza far concludere questo qualcosa alla fine del capitolo. Ovvero, troncare l'azione a metà alla fine di ogni capitolo. Il che incentiverà il lettore a continuare nella lettura. A questo scopo, può servire anche l'utilizzo della frase finale ad effetto, che ho spiegato nella Lezione 1 - Le ultime parole famose.
Insomma, quando terminate un capitolo, non fate mai terminare l'azione che vi si stava svolgendo! Fatela, invece, terminare all'inizio del capitolo successivo, dove consecutivamente avverrà un nuovo colpo di scena (profondo o superficiale che sia) che andrete a concludere nel capitolo ancora successivo. Capito?
Ecco, un esempio lampante di questo metodo di scrittura sarebbe quello di Suzanne Collins, la scrittrice di Hunger Games. I primi due libri di questa trilogia sono i più recenti che ho letto, e sono davvero una bomba di adrenalina. Noterete con me, infatti, che alla fine dei capitoli non si conclude mai niente, anzi, spesso si creano nuovi interrogativi che fanno sì che tu voglia continuare a leggere senza mai fermarti.
Un altro esempio è quello di Michael Crichton, uno dei miei scrittori preferiti (vi consiglio Timeline, secondo me è un capolavoro).
Insomma, avete capito: ogni volta che attuate una divisione in capitoli (e perchè no, anche in paragrafi), non concludete mai l'azione! Questo è davvero un gran incentivo per chi legge, il quale, tra l'altro, non si annoierà praticamente mai.

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