mercoledì 1 agosto 2012

Lezione 18 - I dialoghi

Salve a tutti, ed eccomi di nuovo tornare ad un regime (quasi) normale con una bella lezione!
Oggi parliamo dei dialoghi. I dialoghi che tanto vengono sbagliati da tanti autori. I dialoghi che vengono sottovalutati. I dialoghi che vengono considerati marginali. I dialoghi che in realtà hanno la stessa funzione delle decorazioni su un albero di natale: l'albero (cioè il libro) sta in piedi anche da solo, ma senza le decorazioni, o con decorazioni brutte, fa veramente schifo.
Lo so, sono proprio un genio con le metafore.
Comunque, si parla di dialoghi. Ormai lo avrete capito: secondo me sono la parte del libro più importante, anche senza voler esagerare. Il perché è presto detto: il dialogo è quella  parte del libro in cui ogni lettore si può davvero immedesimare, ma è anche la parte più difficile da scrivere.
Il dialogo è qualcosa di molto naturale, a cui tutti siamo abituati: assistere alla conversazione tra due o più persone è qualcosa che facciamo praticamente da quando veniamo al mondo. Quindi sappiamo bene cosa è realistico e cosa no, sappiamo bene come la gente vera si comporterebbe parlando. Il che è un'arma a doppio taglio: al minimo errore, il lettore se ne accorge e il dialogo perde interamente di credibilità; ma se il dialogo è fatto bene, il lettore ne riceverà una bellissima sensazione, e sarà portato ad essere più soddisfatto del libro.
Lasciate perdere descrizioni, narrazioni etc: i dialoghi sono lo scoglio che molti autori, anche capaci, non riescono a superare! Fate bene i dialoghi, ed è molto probabile che incanterete il lettore. Capito?
Ecco ora qualche regola tecnica per rendere i dialoghi più fluidi e realistici:


  • Frasi brevi! Evitate i lunghi discorsi quando non servono, usateli solo se strettamente necessario. Tentate invece di non dilungarvi troppo sulle parole di un solo personaggio, cercate di fargli dire ciò che volete con meno vocaboli possibile.
  • Non eccedete con la punteggiatura, come i punti di sospensione, i punti esclamativi o interrogativi. I punti di sospensione sono quasi sempre da evitare, a meno che il discorso non venga lasciato davvero in sospeso, o il personaggio non cambi improvvisamente argomento. Se non sussiste una di queste due situazioni, toglieteli e sostituiteli con un semplice punto. Per quanto riguarda esclamazioni e domande, invece, usate UN SOLO segno di punteggiatura. Evitate di voler dare più enfasi accostando più punti esclamativi o interrogativi. E soprattutto, se è possibile, non usate punti esclamativi e interrogativi insieme! Sappiate, comunque, che la punteggiatura è importante, quindi non metterla è peggio che metterne troppa. Cercate di regolarvi, certo, ma se proprio dovete sbagliare, sbagliate per eccesso. 
  • Non ripetete continuamente il nome del personaggio a cui colui che parla di sta rivolgendo. Questo è un metodo adatto a capire chi sta intervenendo e verso chi quando si è in presenza di un dialogo di gruppo piuttosto vasto. Ma se si hanno due sole persone, o comunque dai modi e dal lessico si può capire chi sta parlando con chi, evitate di ripetere sempre i nomi. Non è realistico! Le persone vere non lo fanno, si rivolgono con lo sguardo, al massimo chiamano una volta il nome di colui col quale vogliono interagire, ma non di più! Sapeste quante volte ho visto:

"Ehi, Asdrubale, ceniamo insieme?"
"Assolutamente sì, Ermenegilda!"
"Ma, Asdrubale, paghi tu?
"No, Ermenegilda, non ho molti soldi"
"Ma Asdrubale, io ne ho ancora meno!"
"Eremenegilda, è meglio se non ceniamo insieme"
"Hai ragione Asdrubale"
"A domani Ermenegilda"
"A domani Asdrubale".

  • Da evitare anche il lessico troppo curato, a meno che il personaggio non sia un letterato che parla molto bene anche dialogando. Soprattutto se è un dialogo tra amici: lasciate perdere gli altisonanti! Tra amici si parla così, come capita... niente frasi ricercate, intesi? Voglio dire, non sbagliate i congiuntivi come di solito la gente tende a fare parlando, ma non trasformate nemmeno in poeta laureato un barbone di strada. Comprì?
  • Differenziate il modo di parlare tra personaggio e personaggio, sia come tono di voce, sia come lessico e modo di atteggiarsi. Potrebbero esserci personaggi che, ad esempio, tendono spesso a ripetere la stessa parola, proprio come le persone vere, o personaggi che parlano in maniera insicura etc etc... differenziateli durante tutto il libro!
  • Evitate le sfilze interminabili di sole righe di dialogo! Tra l'una e l'altra fate accadere qualcosa di tanto in tanto, anche solo far cambiare posizione ad un personaggio. Questo darà l'idea al lettore di trovarsi in mezzo alla discussione e di VEDERE ciò che accade, piuttosto che ascoltare un dialogo alla radio.
  • I PERSONAGGI NON DEVONO FARE LUNGHI DISCORSI DA SOLI, perché non è per nulla naturale! (e qui ci ricolleghiamo alla Lezione 16
  • Senza abbondare, non è comunque male farcire il tutto con espressioni onomatopee, come "ehm" "uhm" etc etc...
  • Quando un discorso è troppo lungo da scrivere, e soprattutto il lettore conosce già ciò che c'è da dire (ad esempio quando un personaggio ragguaglia un altro su un evento a cui il lettore ha già assistito mediante la narrazione), evitate di fare l'intero discorso, ma inseritelo indirettamente. Basta scrivere, ad esempio: "[...] E Asdrubale spiegò ad Ermenegilda come era riuscito a salvarsi. Al che Ermenegilda disse... [...]"
  • Il dialogo spezza la narrazione, e soprattutto porta il tempo del discorso a coincidere con quello della storia (in rapporto 1:1, insomma, con il tempo come sarebbe realmente). Tenetene conto! Se state descrivendo qualcosa che è accaduto in molti mesi, evitate di aggiungerci all'interno dei dialoghi, che riportano il tempo "accelerato" della narrazione a quello normale. Sono salti che se fatti troppo spesso fanno venire letteralmente il voltastomaco, quindi fate che il tutto sia omogeneo, regolatevi: dialoghi con dialoghi, narrazione dal ritmo veloce con narrazioni dal ritmo veloce. 


Ok, non mi viene più in mente niente.
In ogni caso, io consiglio sempre di agire sul campo: la prossima volta che dialogherete con qualcuno, studiate la natura di quel dialogo: le pause, le sospensioni, i toni di voce, lo stile formale o informale etc etc... Se lo farete il più possibile, allora quando arriverà il momento di scrivere saprete su cosa basarvi, avrete ancora in testa qualcosa di reale e verosimile. 

11 commenti:

  1. La punteggiatura è molto importante: non deve essere eccessiva, non parca, ma giusta! Trovo sbagliato consigliare di eccedere piuttosto che essere avari di punteggiatura: ci deve essere la punteggiatura giusta, ne' poca ne' troppa: quella giusta! Sarebbe come se un medico dicesse all'infermiera: dai al paziente la giusta dose di X, ma se proprio devi sbagliare è meglio se gliene dai di più che di meno. No: bisogna mettere la quantità giusta in tutte le cose, sbagliare in eccesso o in difetto significa sempre sbagliare!

    "Che ci fanno un elfo, un uomo e un nano nelle terre del Mark? Parlate in fretta!"

    "Inseguiamo gli uruk-hai attraverso le pianure ad ovest: hanno catturato due nostri amici."

    "Cercate i vostri amici ma non confidate nella speranza: è proibita in queste terre!"

    Da questo dialogo del signore degli anelli non puoi togliere ne' aggiungere punteggiatura: andrebbe in vacca tutto il dialogo!

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Mostrati amministratore, che hai l'ardire di censurare il mio eloquio! Mostrati vile! Mostrati se il latte delle tue vene te lo consente! Io qui, amministratore censore, ti sfido a singolar tenzone: manda i tuoi padrini o taci per l'eternità, seppellito sotto la vergogna del tuo pavido essere!

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    2. Allora amministratore censore, quanto tempo dovrò attendere? Ti stai nascondendo sotto la sottana della mamma? Fatti avanti vile canaglia, io sono qui che ti attendo!

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    3. L'amministratore si è permesso di "censurare" il commento doppio del villano che osa appellarmi in cotal disprezzante maniera... RichiedoVi di prestar attenzione quando premete il tasto d'invio: mi riempite il blog di doppioni!

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    4. Adunque sei tu l'amministratore censore! Sappi amministratore censore che i miei commenti sono il VERBO: se sono doppi è per la tua salvezza, perchè tu possa leggere e rileggere, rileggere e riflettere! Ti perdono, provieni dall'ignobile plebaglia e una Pari d'Inghilterra qual'io sono non ha tempo da perdere. Forse un giorno ti darò la dignità di serva e scudiera...forse!

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    5. *e UN pari d'Inghilterra...

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  3. Non credo la punteggiatura si può aggiungere e non risultare comunque sbagliata solo eccessiva.

    Non credo, la punteggiatura si può aggiungere, e non risultare comunque sbagliata, solo eccessiva.

    Concorderai anche tu che è meglio scrivere la frase nel secondo modo piuttosto che nel primo. Ciò comunque non toglie che anche il secondo modo sia sbagliato (le virgole sono troppe). Ma come vedi, anche se sono entrambi errori, è più leggibile e meno grave il secondo. Quindi, invece che non mettere punteggiatura, è secondo me meglio esagerarla. E' ovvio che poi bisognerebbe renderla giusta, nè troppa nè poca... ma ripeto: preferirei leggere un testo con qualche virgola in più, piuttosto che un testo dove manca tutto. =)

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  4. In ogni caso, per riprendere la tua metafora, non è come esagerare con un medicinale pericoloso. E' come un'ustione: bisogna metterci una crema, altrimenti si infetta, ma se esageri con la crema non è che il paziente muore. Sprechi solo il medicinale. Il che è sbagliato ma è preferibile ad un paziente morto...

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  5. ...o l'ustione si aggrava per intervenuta intolleranza alla crema! Ma ti voglio venire incontro, prendendo spunto dalla meccanica. Non si può riprodurre nella realtà ESATTAMENTE ciò che un disegno tecnico raffigura, la perfezione a questo mondo non esiste. Allora il progettista, consapevole di questo, mette delle tolleranze, degli intervalli che consentono di deviare dalla misura prestabilita di una certa quantità, ma oltre quei limiti sei "fuori misura" e l'oggetto costruito viene scartato. Credo che lo stesso debba accadere con la punteggiatura.

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  6. Su questo concordiamo pienamente, la punteggiatura in fondo è anche "personale", può certamente avere margini di errore, a differenza invece della grammatica che è una e stabilita =)
    quel che dico è che preferisco vedere qualcuno che esagera per eccesso (si fa sempre in tempo a togliere due o tre virgole in più), rispetto a uno che esagera per difetto (che da' invece l'impressione di non sapere nemmeno cosa sia, la punteggiatura) =)

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