mercoledì 10 aprile 2013

Lezione 27 - Le sequenze narrative

Torno finalmente con una nuova lezione, e se devo essere sincera devo ringraziare un amico nel forum "Lands and Dragons" per avermi dato l'idea!
Oggi parliamo dei tipi di sequenze narrative. Lezione molto tecnica.
Un testo narrativo è diviso in varie sequenze, ognuna caratterizzata da diversi stili e finalità. Andiamo subito ad elencarle:


  • Sequenze Narrative: raccontano un fatto che è accaduto o sta accadendo nella vicenda.
  • Sequenze Descrittive: descrivono qualcosa o qualcuno, nella sua fisicità o interiorità.
  • Sequenze Riflessive: contiene le riflessione, le idee e le posizioni di un personaggio o del narratore.
  • Sequenze Dialogate: contiene i discorsi diretti dei personaggi.


Le sequenze non solo "parlano" di cose diverse, ma hanno diverse peculiarità! La sequenza Descrittiva, ad esempio, non solo rallenta il tempo, ma lo ferma. Ovvero non accade nulla durante una sequenza Descrittiva: il narratore è immobile a descrivere qualcosa e il lettore si ferma con lui. 
La sequenza Narrativa invece mantiene il tempo o coincidente (proporzione 1:1, nel senso che il tempo della storia, il tempo del discorso e il tempo del narratore coincidono) oppure accelerato. 
La sequenza Riflessiva, come la Descrittiva, porta il tempo a fermarsi.
La sequanza Dialogata porta il tempo ad essere sempre coincidente.
Ovviamente bisogna tenere conto di questo. Infatti, scegliendo quale tipo di sequenza far prevalere, si può scegliere quale ritmo mantenere mentre si scrive. Quindi molte sequenze Descrittive o Riflessive portano il lettore a giudicare il libro molto lento, mentre una maggioranza di Narrative e Dialogate porta ad un ritmo abbastanza frenetico.
Il mio consiglio? Come al solito, bisognerebbe equilibrare le due cose, almeno per tendere allo stile perfetto. Sarà comunque impossibile raggiungere questo standard di perfezione, è inevitabile seguire i propri gusti personali. Io ad esempio, se proprio dovessi sbilanciarmi, direi che preferisco un ritmo veloce. Non frenetico, veloce. Infatti inserisco molte sequenze Dialogate e Riflessive.
Per dovere di cronaca, devo ricordarvi che esistono altre tipologie di sequenze (espositive, argomentative, persuasive...) ma si tratta sempre di sottotipi della più ampia sequenza Riflessiva. Quindi seguono le regole di quest'ultima, per quanto riguarda il ritmo.


Distinguere tra loro le sequenze è un ottimo esercizio di scrittura creativa. Di solito si usano testi relativamente brevi, e si individuano le sequenze, che possono essere macrosequenze (se molto ampie) o viceversa microsequenze.
Ogni sequenza ha un'unità di contenuto. Quindi, tirando le somme, ogni sequenza sta con sé stessa, e si può dire conclusa quando subentra un'altra sequenza, che ha un diverso contenuto. In pratica "parla d'altro". 
Le sequenze sono per un libro quello che le scene sono per un film. Quando una scena si conclude (attenzione, non un'inquadratura, che è tutt'altro) quando una scena si conclude il film cambia completamente ambientazione e contenuto.
Una volta individuate le sequenze (non c'è mai una regola fissa, la capacità di individuarle dipende solo dalla sensibilità artistica e dall'allenamento del lettore; non c'è un modo "sbagliato" di individuare le sequenze), dicevo, una volta individuate, bisogna dare a tutte un titolo. 
E, ora, la magia: unite tutti i titoli e avrete ottenuto il riassunto della storia. Semplice, vero?
Questo è un ottimo modo non solo per esercitarsi, per capire le regole del ritmo e la struttura narrativa, ma serve appunto anche a coloro che non sono capaci di riassumere. Purtroppo è una cosa più diffusa di quanto non si pensi. E saper fare un riassunto è importantissimo. Questo è un modo per imparare.


Bene, adesso è ora che vi lasci nel vostro brodo a rimestare tutte le informazioni che vi ho dato.
Nella prossima lezione parlerò dei tipi di finali e di inizi delle storie!
A prestissimo!

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