lunedì 30 aprile 2012

Lezione 11 - I Personaggi

Come promesso, ecco che la lezione 11 va a trattare di questo argomento ostico: i personaggi.
I personaggi rivestono un'importanza VITALE in un romanzo. Sono quasi più importanti della stessa trama, perché è con loro che il lettore ha a che fare e si deve confrontare. Gli eventi accadono, certo, e se sono ben costruiti è meglio... ma è il personaggio che li vive, e che li fa vivere a chi legge. Quindi date retta a me: un personaggio antipatico , inverosimile o sviluppato male rovina l'intero lavoro, soprattutto se protagonista.
Per evitare questo orrendo errore, prima di tutto, come detto anche nella lezione precedente, i personaggi vanno pensati. Conosceteli, stringete amicizia con loro e sviluppateli come fossero persone reali. Il che sta a significare che devono avere i loro pregi e i loro difetti, proprio come tutti noi, sia fisici che caratteriali. Evitiamo di stereotipare: un protagonista interamente buono, al giorno d'oggi, non incanta più nessuno, così come non incanta più il Kattivo per antonomasia. Date dei punti deboli e dei punti di forza a entrambe le parti e, soprattutto, date delle motivazioni che stiano in piedi! Il cattivo deve essere tale per un motivo, il buono pure. Capito? Niente cliché, niente cose già viste. Caratterizzate i vostri personaggi, date loro un'anima! Vedrete che loro vi ricambieranno.
Ora, invece, scendiamo più nello specifico. Come deve essere un personaggio? Beh, innanzitutto dobbiamo dire che ne esistono fondamentalmente 6 tipi:

  •  Protagonista: colui che scegliete essere il personaggio principale e sul quale si andrò a focalizzare il punto di vista per la maggior parte del tempo.
  • Coprotagonisti o Aiutanti del Protagonista: i personaggi principali che aiutano il Protagonista nell'impresa o in qualsiasi altra cosa abbiate deciso di fargli fare. Durante la storia possono diventare Aiutanti dell'Antagonista.
  • Antagonista: quello che mette i bastoni tra le ruote e impedisce al Protagonista di fare ciò che deve. Attenzione: non per forza deve essere cattivo! Può avere benissimo le sue buone ragioni.
  • Aiutanti dell'Antagonista: quelli che aiutano l'Antagonista. Durante la storia, nulla vieta che diventino Aiutanti del Protagonista.
  • Oggetto: può essere una persona, una cosa, o un fine. In ogni caso, l'oggetto è ciò a cui tende il Protagonista, osteggiato dall'Antagonista, o viceversa.
  • Personaggi Secondari: sono quei personaggi che di solito non hanno grande caratterizzazione e che servono semplicemente da "sfondo", come le comparse il un film (tutti i personaggi visti in precedenza, invece, sono detti a tutto tondo, perché dotati di caratteristiche a loro peculiari, uniche, e sono dotati di un carattere proprio e differente da quello degli altri personaggi). I Personaggi Secondari sono molto importanti, anche se non ai fini della trama, per rendere più realistico il racconto. 

Ora, questi tipi di personaggi possono a loro volta dividersi in altre due categorie:

  • Personaggi Statici: quelli che iniziano con un certo carattere, un certa concezione del mondo etc., e rimangono così fino alla fine del racconto.
  • Personaggi Dinamici: durante la storia, questi si evolvono nel modo di pensare, di comportarsi. In bene o in male, ovviamente, sta a voi deciderlo. 

Chiaro? Immagino di sì. Nessuna difficoltà per ora. Ma continuiamo la carrellata: ogni personaggio può essere descritto o presentato in 2 modi:

  • Direttamente, e cioè con una descrizione dal punto di vista del narratore, del tutto oggettiva.
  • Indirettamente, cioè dagli occhi di un altro personaggio, con scelte soggettive di chi descrive

Inoltre, e questa è una chicca di Arte, c'è un metodo che ritengo buonissimo per descrivere un personaggio senza ricorrere alla solita descrizione a lista della spesa. Io la chiamo "descrizione per eventi"; nome che ho inventato io perché, almeno secondo la mia esperienza, a scuola non lo insegnano. Forse un nome vero ce l'ha, o forse rientra semplicemente nel campo della descrizione indiretta, ma in verità poco ci importa del nome. Parliamo della sostanza.
Ebbene, questo metodo consiste nell'informare il lettore a proposito dei caratteri fisici o caratteriali del personaggio che interessa inserendoli nella narrazione, così, quando si presenta l'occasione, senza fare una descrizione in blocco appena il personaggio deve essere presentato. Così al lettore rimane l'impressione di capire man mano con chi ha a che fare. Volete un esempio? Bene. Invece che scrivere:

Guidalberto aveva i cappelli castani, gli occhi verdi, e un fisico non c'erto d'atleta. Era basso, tarchiato, e un enorme neo gli sorgeva proprio tra un sopracciglio e l'altro.

Fate così:

Guidalberto si sporse dal balcone e per un poco gli incolti capelli castani gli scivolarono lungo il viso.
"E' una bella giornata" mormorò a sua moglie, in cucina, e per un attimo un breve raggio di sole fece brillare i suo occhi verdi smeraldo. 
" Già - rispose la moglie - adesso però vieni qui, dobbiamo andare a correre per smaltire i grassi!"
Guidalberto tornò dentro a malincuore, portandosi un attimo una mano sulla fronte a mo' di reietto, nascondendo con le dita l'enorme neo che gli separava le sopracciglia.

Comprì? Bello, vero?  E questo era solo un esempio: pensate alla descrizione caratteriale di un personaggio fatta in questo modo! Ad esempio, invece che dire Carletto è dispettoso, potete far incontrare al piccolo Carletto un altro bambino, e fargli rubare il giocattolo di quest'ultimo. In questo modo non farete mai una descrizione di Carletto, né userete mai l'attributo dispettoso, eppure il lettore capirà chi è Carletto e come si comporta con gli altri. Ed è anche una descrizione molto più reale, in cui il lettore di immedesima maggiormente.
Infine, bisogna ovviamente essere equilibrati. Non usate mai lo stesso tipo di descrizione per tutti. C'è chi necessita di una descrizione diretta, mentre alcuni personaggi sono migliori se presentati indirettamente e a seconda degli eventi e dei loro comportamenti. Anche nello scegliere il metodo, non siate mai troppo rigidi: l'originalità si fa anche mettendo elementi diversi nella stessa opera.

4 commenti:

  1. Precisazione: la tecnica che tu chiami "descrizione indiretta" è una tecnica letteraria altrimenti nota come "Show, don't tell" (http://it.wikipedia.org/wiki/Show,_don%27t_tell)
    :-)
    Anonimo.

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  2. Ok, allora il problema è a monte: questo show don't tell mi perseguita e io... a quanto pare non ho ancora capito del tutto cos'è XD PAZIENTA, anonimo, PAZIENTA!!! Prima o poi comprenderò, avrò l'illuminazione sulla via di Damasco.

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  3. Guidalberto si sporse da uno dei montanti di ferro che reggono il ponte e subito un colpo di k98 gli fece volare l'emetto scoprendogli i capelli castani. Buttatosi a terra al riparo di alcuni sacchi di sabbia mormorò tra sè: "che cazzo di giornata!", ma ripresosi immediatamente mandò un urlo infuocato ai suoi uomini che pareva provenire dai suoi occhi verdi smeraldo:"Muoversi! Muoversi! Muoversi! Correte verso il centro del ponte tenendovi ai lati, muoversi, cazzo muoversi!". Raccolse l'elmetto e passandosi la mano sulla fronte sentì l'enorme neo che gli separava le sopracciglia e pensò che pur di uscir vivo da quell'inferno ne avrebbe accettati dieci di nei sul viso.

    Lo so sono un mito!

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