mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Natale!

Beh questo breve post dal contenuto ovvio lo inserisco perché voglio bene a tutti i miei polli lettori! Per cui auguri sinceri di BUON NATALE! :D grazie a tutti voi e... al prossimo post, se vi andrà!

martedì 24 dicembre 2013

SMC - Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Senza voler togliere visibilità alla precedente Lezione 33 (per cui se non l'avete letta, FATELO), oggi nonché alla vigilia di Natale vi regalo una Scena Migliore del Cinema.
Oggi abbiamo un film che ho (ri)visto di recente: Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Mi rifiuto categoricamente di chiamarlo in italiano, Se mi lasci ti cancello, perché lo fa passare per qualcosa che non è, cioè una commedia spensierata. Perfino il trailer originale commette questo gravissimo errore.
Ebbene, se non l'avete guardato credendo ad un film che cavalcasse l'onda del successo di Se mi lasci ti sposo, lasciatevi dire che avete commesso l'errore più grande della vostra esistenza. Perché in realtà si tratta di un film psicologico di rara bellezza. Di primo acchito è molto confuso, ma vi posso assicurare che la sceneggiatura è magistrale, e alla fine tutto torna. Per cui... guardatelo! E inchinatevi!



giovedì 19 dicembre 2013

Lezione 33 - La lunghezza di un romanzo

Sono proprio in queste settimane immersa nella scrittura del mio secondo romanzo, e mi è sorto un dubbio che sicuramente avrà attanagliato molti altri di voi. Quanto deve essere lunga una storia per poter essere chiamata romanzo?
Bene, premettendo che è impossibile dare una risposta precisa, mi sono permessa di cercare informazioni in rete e di chiedere a qualche amico con la mia stessa passione per la scrittura. Questo, a grandi linee, il risultato: 100 cartelle. Questa è la lunghezza minima per parlare di romanzo (breve), mentre un romanzo di lunghezza media dovrebbe stare tra le 150 e le 250 cartelle. Oltre si parla di mattone.
Ma cos'è una cartella editoriale? In verità ne ho già parlato altrove, tempo fa, nella lontanissima Lezione 4 - Impaginazione. Ma ricordarvelo non può farvi che bene, giusto? Dunque, la cartella editoriale è l'unità di misura dei libri. Esattamente. Come fate a capire se avete scritto tanto o poco? Dire "ho scritto 20 pagine" non rende l'idea, perché scritte in carattere 72 equivalgono a due frasi, mentre scritte in carattere 4 potrebbero benissimo essere un libro. Questo perché il numero di pagine dipende dall'impaginazione. Le cartelle invece non soffrono di questo problema, perché si basano sul numero fisso di caratteri scritti (spazi inclusi). Per cui possiamo dire che una cartella editoriale equivale a 1800 caratteri (alcuni dicono 2000, ma io preferisco il primo valore).


1 Cartella = 1800 Caratteri (spazi inclusi)


Quindi, in definitiva, per capire di quante cartelle consta il vostro lavoro, aprite il vostro editor di testo, andate al conteggio dei caratteri e dividete quel numero per 1800. Il risultato è appunto il numero delle vostre cartelle. Questa unità di misura è stata adottata perché solitamente, e sottolineo solitamente, l'impaginazione di un libro pubblicato corrisponde a 30 righe per pagina, con 60 caratteri per riga. Quindi 1800 caratteri per pagina. E questa è proprio una cartella. Quindi il numero di cartelle che troverete dovrebbe corrispondere al numero di pagine (ripeto, in linea di massima) se il vostro libro fosse pubblicato. Ma come ho detto, noi ora usiamo le cartelle solo per confrontare la lunghezza degli elaborati.
Per cui, fermo restando che esistono racconti lunghi e romanzi brevi, e che i racconti si distinguono anche sulla base dell'intreccio oltre che della lunghezza, ora sappiamo che un romanzo medio va dalle 150 alle 250 cartelle. Se rientrate in questi termini, siete in una botte di ferro.
Avere meno cartelle non vi impedisce di definire il vostro lavoro un romanzo, come averne di più non dovrebbe pregiudicarvi la pubblicazione. Purtroppo però è risaputo che solitamente gli editori preferiscono questa lunghezza. E non solo, ma anche i premi letterari spesso pongono di questi limiti, per cui il mio consiglio è cercare di rimanerci, se la storia lo permette.


martedì 10 dicembre 2013

SMC - Braveheart: a gift of a thistle

Apro finalmente questa rubrica, le Scene Migliori del Cinema, in questo giorno nefasto per tirarmi un poco su di morale. Spero che l'idea vi piaccia... in ogni caso sto elaborando un paio di Riflettendo, e spero a breve di trovare idee per una Lezione. Per cui, se vi interessano gli articoli vecchio stile, just stay tuned!


Oggi vi presento una scena di Braveheart, che ADORO. Un film commovente e pieno di significati, pullula di belle scene, ma questa credo sia una delle migliori. Vediamo il piccolo William Wallace, che da adulto sarà il protagonista del resto della storia, che piange al funerale del padre. Quando, all'improvviso, una bimba gli regala un fiore. Quella bimba è Murron, la sua futura moglie. il fiore apparirà in varie scene del  film, spesso in modo anche un po' celato... un modo fantastico e semplicissimo per rimandare a mille significati, il ricordo di Murron e l'amore in primis.
Vorrei focalizzare la vostra attenzione sulla grande capacità degli attori (sono bambini eppure hanno molta più espressività degli attori di telefilm) che riescono a fare una delle cose più difficili: commuovere il pubblico senza pronunciare una sola parola. Tutte le vostre sensazioni sono suscitate solo dal loro sguardo immobile e dalla colonna sonora, a dir poco fenomenale.
Ditemi se non è commovente!



lunedì 9 dicembre 2013

Riflettendo - Le saghe fantasy (e non)

Ultimamente sono arrabbiata con gli scrittori di saghe (si salva solo la Rowling, ma in questo caso ammetto di essere di parte). Non per il fatto in sé, ma perché nel Fantasy è diventata niente meno che una moda.
Perché scrivere tanto quando non ce n'è bisogno? O, ancora peggio, perché ingrandire il font di stampa solo per farci saltare fuori più libri? Soldi, ecco perché. E questo è il principale motivo per cui sto iniziando a detestare le saghe fantasy, ovvero praticamente tutti i fantasy, dato che questo genere sembra non poter partorire libri singoli e fantasticamente concludenti.
In particolare, sto odiando le trilogie. Perché, perché sempre le trilogie? Perché l'ha fatto Tolkien? O perché 3 è il numero minimo di libri per parlare di saga, oltre il quale ingrandendo l'impaginazione di un libro non si può andare?
Lo ammetto, anche a me piace il numero 3. Ma ora lo odio così tanto, dato che è stato strumentalizzato e stuprato in tutti i modi possibili, che se proponessi il mio libro alla Mondadori, e questa lo accettasse con la riserva di dividerlo in tre parti, giuro che mi verrebbe la scabbia cronica.
Mamma mia, scrittori ed editori fantasy, ma che problemi avete?