giovedì 22 agosto 2013

Riflettendo - I 5 sensi e le Arti

Parliamo innanzitutto dei 5 sensi. Nella nostra vita quotidiana sono tutti molto importanti. Ma non nelle arti: quando giudichiamo un'opera, ogni arte ha un suo senso prestabilito. La scultura, ad esempio, prevede solo la vista, talvolta il tatto. La musica l'udito. La cucina (che può essere considerata un'arte ad alti livelli), il gusto. E la scrittura? Che sensi usa la scrittura?
Verrebbe da dire la vista, per leggere, ma non è vero, questa risposta è adatta alle persone concrete che non sanno andare oltre le apparenze. No, la scrittura usa TUTTI i 5 sensi, e allo stesso tempo non ne usa nessuno.
Li usa tutti perché con la scrittura si può descrivere qualsiasi cosa, e farla VIVERE a chi lege come fosse vera. Si può fargli immaginare la natura di una superficie, ruvida o liscia, calda o fredda (tatto), si può descrivere un paesaggio (vista), gli odori di quello stesso paesaggio (olfatto), si può far parlare una persona e descriverne il tono di voce (udito), si può descrivere il sapore di un limone (gusto).
Insomma, la scrittura può descriverti tuto ciò che vuole. Ma, allo stesso tempo, non si tratta mai di cose concrete. Il lettore può vivere quelle descrizioni, ma in un mondo immaginario, in realtà nessuno dei suoi sensi sta lavorando davvero. No, nemmeno la vista, perché è vero che perlomeno si legge, ma le scritte in sé per sé non sono fatte per essere ammirate, sono come le fondamenta di una casa, e inoltre anche quando si legge, la vista vede altro (il paesaggio, appunto, o i protagonisti che compiono le loro avventure).
Per cui si, posso affermare in tutta sincerità che secondo me la scrittura è l'arte più versatile, perché ci si può fare davvero di tutto (forse solo la pittura le si avvicina), ma allo stesso tempo la più impalpabile e meno immediata.
Forse è per questo che molta gente non legge: ci vuole molto più impegno rispetto ad ammirare un quadro.
E forse è per questo che raramente noi scrittori veniamo lodati: non è semplice ammettere che qualcuno scrive bene, mentre è facilissimo capire se una persona disegna bene. E, allo stesso tempo, tutti "sanno" scrivere, e intendo lo scrivere di livello più tecnico, quello che si impara alle elementari, per cui la scrittura sembra un'arte alla portata di tutti, quando invece è una delle più complesse e bisognose di costante allenamento, oltre ad essere l'arte che prevede i progetti e le opere in assoluto più lunghe da creare (i romanzi, appunto, possono richiedere anni).
E, forse, è proprio per la versatilità di cui sopra che la scrittura, una volta che con difficoltà si è imparato ad apprezzarla, sia nelle vesti di lettore che di autore, è una delle Arti in assoluto più interessanti ed evocative da coltivare.

lunedì 12 agosto 2013

Lezione 32 - Il dosaggio degli eventi

Salve a tutti!
In questi giorni sono tremendamente inconcludente. Non riesco a scrivere (né narrativa, né articoli), non riesco a finire di leggere i libri che dovrei finire di leggere... mi sento inutile e senza scopo.
Comunque, oggi cercherò di porre un freno a questo sfacelo con una nuova lezione veloce veloce.
Parliamo del dosaggio degli eventi importanti quando si scrive un romanzo.
Vi è mai capitato di leggere un capitolo (vostro e non) e di pensare che tutto scorra troppo velocemente? Che per questo motivo non è realistico? Beh, questo spiacevole effetto è dato da due errori:


  1. Non ci sono abbastanza particolari (descrittivi, narrativi o riflessivi poco importa, semplicemente non ci sono eventi di intermezzo, che spezzano la trama e "tranquillizzano" il lettore, gli permettono di respirare. Questi li chiamo "eventi cuscinetto")
  2. Allo stesso tempo ci sono TROPPI eventi importanti ai fini della trama. 

Vi faccio un esempio banale. Nel primo capitolo de "I Promessi Sposi", di evento importante ce n'è UNO e UNO SOLO, ovvero il dialogo di Don Abbondio con i Bravi, che gli intimano di non celebrare il matrimonio tra Renzo e Lucia. Tutti gli altri sono eventi "cuscinetto", quelli insomma che allungano il "brodo" e fanno diventare un solo evento importante lungo quanto un capitolo. Ad esempio la descrizione del paesaggio, del carattere di Don Abbondio, di chi sono i Bravi, della situazione storica, etc etc...
Ecco, uno dei più grandi errori degli esordienti è tralasciare gli eventi cuscinetto (o meglio, sequenze cuscinetto) e inserire in uno stesso capitolo troppi eventi importanti. Immaginatevi ad esempio, come sarebbe stato più breve e dall'aria più frenetica il primo capitolo de "I Promessi Sposi", se invece di raccontare solo l'incontro di Don Abbondio con i Bravi, narrasse anche di Don Abbondio che si barrica in casa, di Renzo che parla con Perpetua, del matrimonio a sorpresa e di Fra' Cristoforo. Insomma, ci salterebbe fuori un gran pasticcio, e soprattutto "I Promessi Sposi" sarebbe un libretto da 4 soldi e un paio di centinaia di pagine, illeggibile perché troppo pregno e frenetico.
Per cui, se avete questo problema, in linea di massima provate a narrare UN SOLO evento importante ad ogni capitolo, e il resto riempitelo con eventi cuscinetto e di sottofondo. Vedrete che il tutto migliorerà a vista d'occhio! Parola di Arte!