mercoledì 28 marzo 2012

Lezione 9 - Come finire il proprio lavoro

Ancora una volta ho notato, tanto su di me quanto sugli altri "apprendisti scrittori", che spesso diventa faticoso portare a compimento i propri scritti, soprattutto se sono lunghi e complicati. Ovviamente è facile capire perché: al giorno d'oggi non siamo più ricchi nobili che possono dedicarsi quasi esclusivamente alla scrittura. Abbiamo un miliardo di altre cose da fare, chi più chi meno, ovvio... ma ci sono molte altre cose a cui pensare, non sempre si ha il tempo di dedicarsi alla propria passione. Ed è del tutto normale che arrivino periodi di poca ispirazione, di svogliatezza, potremmo anche dire.
A me è capitato spesso: periodi di mesi e mesi in cui non c'è un minimo di voglia, neanche una flebile scintilla, un'idea... niente. Ma ho imparato che, di solito, questi periodi passano sempre. Possono essere lunghissimi, ma l'importante in quei casi è semplicemente fermarsi. Se vi viene questo blocco dello scrittore, è perché siete stanchi e non è un buon momento per fare un bel lavoro. Quindi riposatevi, non dovete assolutamente obbligarvi a scrivere: verrebbero fuori delle pagine che non soddisfano. Né voi né gli altri.
Pertanto, appurato che le pause si possono, anzi, si DEVONO prendere, parliamo invece del caso inverso, quando l'ispirazione c'è, ma non avete più voglia di quella specifica storia. Anche qui, non spaventatevi, è normale: se la storia è lunga e ci state lavorando da tanto, mi stupirei del contrario. In questo caso, come portare a termine il lavoro? Beh, dato che qui non è un problema di ispirazione, potete obbligarvi a continuare su quella storia per finirla. E potete farlo in un modo molto semplice: tagliate fuori tutto il resto. Se vi viene in mente un altra storia, non iniziatela assolutamente! Dovete rimanere fissati, calcificati, cementificati su quello che state scrivendo. Intanto pensate pure ad altre storie, ma non scrivetele. Obbligatevi a finire quello che state facendo, solo dopo potrete fare qualcos'altro.
Altra piccola strategia: quando scrivete una storia, andate in ordine cronologico. Ovvero non scrivete prima una scena che vi piace, ma che si dovrebbe trovare negli ultimi capitoli. In questo modo, infatti, vi toglierete tutto il bello della storia, e vi rimarranno da scrivere tutte insieme quelle parti meno interessanti, che non avrete voglia di scrivere ma che se non scrivete non vi permetteranno mai di portare a termine il lavoro. Quindi, temporeggiate, agognate ciò che vorreste scrivere: in questo modo andrete anche molto più veloci, perché desiderate arrivare alle parti clou. Capito?
Ovviamente ciò non vuol dire che un lavoro non possa essere abbandonato se non interessa più, o ci si è accorti che non corrisponde più col progetto originale. Io parlo di quei lavori che interessano ancora, che si vorrebbe finire, ma che ormai sono stati tirati troppo per le lunghe. Di solito è un problema comune a chi è piuttosto lento a scrivere, come me, chi è fissato coi particolari.
Quindi avete capito: se tendete ad iniziare storie e a non finirle, fissatevi su una, dimenticate per un attimo il resto, e andate assolutamente in ordine nello scrivere! Il che vi incentiverà parecchio, garantito. Il più grosso problema sta nella forza di volontà, ma bisogna riuscirci, altrimenti si rischia di lasciare dietro di sé solo uno stuolo di racconti frammentari ed interrotti.

giovedì 22 marzo 2012

Ciao ciao, Tobi

Maledettissimo marzo. Non si è accontentato di avermi mandato nel baratro con i risultati scolastici e avermi tolto la mia Cesarina. No, non gli batava. Ha dovuto togliermi anche la creatura che amavo di più, il mio amato cagnolone Tobi. Era un bellissimo Golden Retriever, non più giovanissimo ormai, che è stato portato via da un arresto cardiaco.
Che dire? E' tutto il giorno che piango. Ora che ho esaurito le lacrime, ho ripreso possesso quel poco di lucidità che serve a battere su di una tastiera. Mi sembrava ingiusto non ricordarlo anche sul mio blog, lui, quello che ho amato dal primo momento che ho visto.

La prima volta che l'ho visto era a casa dei miei zii, a Milano. Dovete sapere che loro sono grandi amanti degli animali, e appena ne trovano uno che ha dei problemi lo prendono a casa loro, tentando di farlo adottare o aiutandolo in prima persona. In questo caso, Tobi era un cane già di 8 anni, che la sua famiglia non poteva più tenere (dopo averlo segregato da solo in un capannone per tutta la vita, ricordiamolo). Ebbene, è stato un colpo di fulmine. Me ne sono innamorata, e lui si è innamorato di me. Ho insistito così tanto con tutta la mia famiglia che alla fine l'abbiamo preso con noi. Non mi sembrava vero.
E' stato con noi relativamente poco, solo 3 anni, in effetti. Ma si è fatto talmente amare, è stato così bravo, che mi pareva di conoscerlo da sempre. Era perfetto, l'unico rimpianto era non averlo conosciuto prima.
Mi ricordo le lunghe passeggiate con lui, oppure quando ululava perché voleva andare in giro... quando si avvicinava e mi appoggiava il muso sulle gambe implorandomi di fargli una carezza. Quando si sedeva con le orecchie tese, e mi dava la zampa, aspettando un biscotto... lo amavo, davvero, profondamente.
Un mese fa purtroppo ha cominciato ad essere affaticato, e tutti pensavamo fosse un male di stagione, probabilmente dovuto all'età. Ma col tempo non migliorava, e il veterinario, dopo circa tre visite, ha deciso di cominciare una terapia.
Ieri lo abbiamo portato là, in clinica. Avrebbe dovuto stare tutta la notte e tutto il giorno seguente, per continuare le flebo. E io l'ho abbandonato lì a tradimento, mentre mangiava, per fare in modo che non mi seguisse. Certo, prima l'ho salutato... gli ho persino spiegato che non lo stavo abbandonando, che sarei tornata a trovarlo appena uscita da scuola, che era per il suo bene. E lui mi ha capita. Ne sono certa: lui capiva tutto quello che gli dicevo. Ma è stato comunque triste.
Poi, oggi, proprio mentre uscivo da scuola per andarlo a trovare, il telefono è squillato e mi hanno detto che aveva avuto un infarto e che non c'era stato nulla da fare. Ho pianto in mezzo alla strada, senza alcun pudore. Stavo così male che mi sarebbe venuta voglia di attraversare la strada senza guardare.
Alla fine sono riuscita a rimanere in me, almeno in parte. Ho chiesto disperatamente che mi portassero da lui, e l'hanno fatto.
Pensavo che mi sarei impressionata, e invece mi ha fatto quasi bene. Se ne stava lì, bello come sempre, disteso ma non osceno o drammatico. Normale. Sembrava dormisse. E mi è piaciuto vederlo così, mi ha dato l'idea di qualcuno che è morto serenamente.
Mi assicurano che non ha sofferto e mi dicono che probabilmente è stata tutta colpa di un tumore al pancreas.
Sto ancora malissimo, ovviamente. Ma almeno ho ripreso un po' coscienza di me, pensando anche che adesso lui è in un posto molto bello, e quindi non ho nulla di cui preoccuparmi. So che sta bene.
Quindi, Tobi, ti saluto. Tu aspettami. Un giorno, non so quando, arriverò anche io in quel bel posto.
Ciao ciao. Stammi bene, cagnolone!

mercoledì 21 marzo 2012

Lezione 8 - Come inventare i nomi

Quanti nomi ben riusciti vi sono capitati, tra i tanti libri che sicuramente avete letto? Ammettetelo: pochi. Pochi sono quelli che ricordate veramente, o che in qualche modo vi hanno fatto pensare: oddio, questo è proprio un bel nome. Quindi, come ottenere ciò? Beh, se state scrivendo qualcosa di realistico o ambientato ai giorni nostri, niente di più semplice: basta scegliere un nome che vi piace (possibilmente che non sappia di cliché, come Jack o John, o Mary e tutta la compagnia...). Se invece siete in un fantasy, o in ogni altro genere che richieda nomi stravaganti, potete ricorrere a quattro piccole strategie:

  1. O ve ne fregate, e usate un nome che esiste veramente, che vi piaccia.
  2. O usate nomi biblici, antichi, di altre lingue etc...
  3. O usate un generatore di nomi in internet.
  4. Oppure lo inventate di sana pianta.

Mettere in atto i primi tre è elementare, basta fare una piccola ricerca su internet e in meno di tre secondi avrete per le mani fior fior di liste chilometriche di nomi strani, mai sentiti, altisonanti... In quanto ai generatori di nomi fantasy, ne esistono a bizzeffe, complessi o meno. Vi indico alcuni esempi molto carini:

Io li ho trovati davvero carini, anche se molto di rado (oserei dire mai) li uso per i nomi dei miei personaggi. Soprattutto l'ultimo link è curioso. Ok, lo so che è a tratti scandaloso, ma fate finta di non vedere il generatore per nomi da pornostar et similia. Concentratevi sul resto, suvvia!
In ogni caso, come già avevo accennato, ritengo più genuino inventare da sola i nomi dei miei personaggi, quindi solitamente uso l'ultimo metodo. E mi sono creata una sorta di procedimento che si è rivelato molto utile ed efficace!
Dunque, la prima cosa da fare è pensare al personaggio. Chi è? E' un personaggio positivo o negativo per la storia? E' un personaggio elegante o sciatto? Insomma, delineatene un profilo nella vostra mente. Da lì dovete decidere se attribuirgli un nome elegante, dolce, o aspro e decisamente "da cattivo". Nel primo caso, dovete fare in modo che sia il più pronunciabile possibile, e che utilizzi, soprattutto nell'iniziale, una delle lettere che ho messo nella categoria "dolci", che sono: A, D, E, F, I, L, M, N, S, V, Y. Scegliete come iniziale la lettera che preferite, poi andate a tentativi: aggiungetene altre, anche a caso, fate miriadi di prove. Procedete sillaba per sillaba, e quando credete di aver raggiunto un suono accettabile, procedete, fino a quando non ritenete di aver  raggiunto la fine del nome. Nel caso si tratti di un personaggio negativo, scegliete lettere "dure", come: K, O, Q, R, T, C, U, X, Z. Poi il procedimento è lo stesso.
Ovvio, la suddivisione delle lettere non è categorica (quelle che mancano le considero "neutre"), però può aiutare a creare un nome adatto. Ah, un altro piccolo consiglio: per i nomi che volete fare particolarmente soavi, usate solo lettere dolci e aggiungete molte vocali. Da' idea di eleganza, raffinatezza e linearità. Un nome del genere potrebbe suonare bene, ad esempio, su una donna molto pacata. 
Prendiamo ad esempio i nomi fantasy de Il Signore degli Anelli: se avete notato Arwen mostra in larga maggioranza lettere dolci, così come Eowyn. Aragorn, invece, è già un po' più duro, perchè è sì un personaggio positivo, ma è pur sempre un guerriero. E che dire di Legolas, personaggio fondato sull'eleganza... il nome è adatto a lui. Boromir è più duro, perchè è un personaggio maschile e non del tutto positivo. E vi assicuro che avrei potuto prendere ad esempio qualsiasi altro fantasy che faccia uso di nomi inventati. Come Eragon, lettere dure accostate alle dolci. Galbatorix è duro, perchè è l'antagonista, Arya è dolce. 
Insomma, se seguirete questi pochi conigli e se, ovviamente, farete uso della vostra fantasia, potrete trovare nomi molto adatti e memorabili. Solo gli ultimi due consigli: anche la lunghezza del nome è importante. Se è medio-corto è più facile che sia pronunciabile, e quindi elegante, e quindi ricordabile. Quindi usate nomi medio-corti per i protagonisti, quelli che il lettore incontra ogni poche pagine, quelli che devono essere ricordati. Se invece avete un peronaggio secondario e/o antagonista, se lo farete più lungo otterrete maggior senso di sgradevolezza (senza esagerare, ovviamente. Evitiamo il genere Aberfotherk, figlio di Torghemes, amico di Agilisdaria e Girostermino e nipote di Pallopinchissimissimo. Grazie). Infine, ricordatevi di sfumare: non dovete usare sempre e solo lettere dolci o viceversa. Serve solo come struttura iniziale o per i personaggi molto "stereotipati", se così si può dire. Anzi, potrete addirittura fare il contrario di quello che ho detto, per colpire ancor più il lettore: se date ad un cattivo un nome dolce, certo la gente se ne ricorderà. Anche qui, senza esagerare. Chiamare Fiocco di Neve il povero Sauron farebbe solo sboccare, senza offesa. Ma, ad esempio, la Troisi ha chiamato il suo cattivo Aster, un nome non eccessivamente crudele (che infatti, attenzione allo spoiler che sto per scrivere di seguito, si scopre essere nientepopodimeno che un bambino. La mia teoria, come al solito, torna, anche e dall'autrice il nome è stato solo scelto, mi pare, e non inventato. E' stato scelto con criterio).
Insomma, sbizzarritevi! E, soprattutto, fatemi sapere se il mio metodo ha funzionato! 

venerdì 16 marzo 2012

Notizie belle e brutte... vanno sempre insieme

Salve a tutti, gente. Come dice il titolo, questo non è un post allegro. Non del tutto, perlomeno.
La bella notizia infatti, è che sono tornata dal Portogallo. Bellissimo. Vi farò sapere al più presto.
La brutta notizia è che stanotte la mia micetta Cesarina mi ha lasciata. E con lei anche i micetti che, probabilmente, portava in grembo. In realtà non la conoscevo molto bene, era una trovatella che si è presentata davanti a casa mia un paio di mesi fa, e che ho chiamato così perché, in quel momento, stavo ascoltando questa canzone.
Non ho molto altro da dire, purtroppo, non sono in vena. Anche perché l'escursione termica di Lisbona mi ha fatto prendere una bella tonsillite. Quindi ciao a tutti, vi prometto che presto pubblicherò un'altra lezione. E che sarò più allegra, almeno spero.

sabato 3 marzo 2012

La pubblicità percorre anche le vie più subdole.

Credevo di aver toccato il fondo. Pensavo che la spam incessante con cui tempestavo giorno e notte tutti i miei amici fosse davvero il più sleale, falso, basso, ipocrita, depravato, cinico e viscido metodo che potessi architettare, per far pubblicità a questo blog. E invece ho superato perfino me stessa.
Sabato pomeriggio, in compagnia di Moroso. Ci avviamo allegramente verso una agglomerato di simil-società  (dicasi Bologna) per immergerci nel fitto antro della tecnologia: il MediaWord!
Eravamo lì per prendere un regalo ad un'amica. Il piano era semplice: Moroso, in quanto esperto della situazione e madrelingua Informatichese, sarebbe andato a scegliere il prodotto, a rompere le scatole a tutti gli addetti per chiedere informazioni del tutto inutili, e magari anche a pagare. Io invece, con un sorriso smagliante, mi sarei diretta verso l'area libri, la parte più spopolata del negozio. Poi, non trovando libri interessanti, mi sarei diretta baldanzosa verso l'area videogiochi, e avrei sfrattato i bambini rubando loro i joystick di tutte le consolle esistenti e funzionanti. Dopodichè, ultima tappa, mi sarei diretta nell'area dei televisori 3D, avrei inforcato gli occhiali e mi sarei messa a guardare Avatar, al fine del quale avrei sbadigliato, e mi sarei decisa a raggiungere Moroso, per indurlo a smettere di torturare gli addetti e accompagnarmi a comprare qualche vestito, o al bar.
Invece, non è andata così. In realtà avevamo iniziato bene: Moroso aveva giù adocchiato lo scaffale incriminato. Io, invece, mi ero già girata verso destra: in lontananza, quei tre libri, che hanno avuto la sfortuna di essere appioppati ad un negozio di informatica invece che ad una libreria, aspettavano solo me.
Sorrido, ma in quel momento accade l'imprevisto: la mia attenzione viene attratta dagli iPad in esposizione. Mi viene un'idea maligna, allora mi aggrappo al braccio di Moroso.
"Guarda, gli iPad!" gli dico, con un sorriso sadico dipinto in volto.
"Eh. Quindi?" lui sta ancora pensando alle proprietà tecniche di qualche strano aggeggio, e sta già formulando le domande da fare ai commessi. Ma io non mi arrendo:
"Ci si può scrivere sopra quello che si vuole"
"Eh. Lo so"
"Andiamo a farmi pubblicità!"
Non lo lascio nemmeno rispondere, lo tiro di peso. Quando raggiungo gli iPad, apro le "note" del primo. E, senza pudore alcuno, ci scrivo sopra: Visitate il mio blog: Arte parla di Arte!!!
Rido come un genio del male e ordino al mio scagnozzo di fare lo stesso su tutti gli altri apparecchi, anche a costo di uccidere a coltellate chi sbarra la strada. Quando abbiamo finito, ci siamo lasciati alle spalle solo un mucchio di cadaveri e tanti iPad spammati (oltre ad un povero iPad che ha subito l'ira di Moroso, invece che la mia, ed è stato obbligato ad aggiornarsi... è ancora là che lavora, poveraccio)
E pensate che mi sia fermata lì? No, affatto. Ho fatto la stessa operazione su tutti i PC in prova, e anche sui palmari e gli iPhone. Alla fine, ho sospirato fiera, e mi sono fatta i complimenti da sola.
Moroso torna a fraternizzare con i commessi, e io al mio piano originale, continuando a compiacermi da sola. Sorrido ogni volta che vedo che qualcuno si ferma a leggere la mia pubblicità, riduco gli occhi a due fessure quando qualcun'altro osa cancellare ciò che ho scritto. Poi, però, mi dileguo, quando mi accorgo che alcuni addetti all'area si avvicinano agli iPad manomessi e sorridono.
Quindi, se ora siete venuti sul mio blog grazie a quella pubblicità... sappiate solo che mi dichiaro innocente. Non ero in me, la tentazione è stata troppa...





...ma ne è valsa la pena...

venerdì 2 marzo 2012

La frizione maledetta!

Vi siete mai soffermati a pensare quale mistero filosofico si celi dietro una frizione non premuta e una macchina spenta esattamente a metà di un dosso? Immagino di no. Nemmeno io l'avrei fatto, se non mi ci fossi trovata. E invece, uno dei pochi errori della mia prima guida "ufficiale" è stato proprio questo: stupidamente,pretendevo che la macchina si fermasse senza premere la frizione. Vi sembra normale? A me no. E' un errore stupido, eppure ne sono stata in grado.
Questo mi ha fatto seriamente pensare: ma a che cacchio serve la frizione?
No, aspettate, mi sono espressa male... so a cosa serve. Ma, seriamente, a che serve? Perché devo rompermi le scatole a cambiare marcia e a premere quell'accidenti di pedale? Non possono fabbricare macchine tipo go-kart... solo freno e acceleratore. Pensate che bello. Sarebbe tutto così semplice, non servirebbero più nemmeno esami di guida... un sistema a prova di demente. O a prova di Arte, vedetela come vi pare.
Insomma, questa è la mia prossima invenzione. Una delle tante cose per cui diventerò famosa è l'aver inventato una macchina easy-to-use. Che poi c'è già, si chiama auto col cambio automatico. Ma Easy-To-Use fa decisamente molto più figo.
Quindi preparatevi gente: tra qualche anno uscirà sul mercato la nuova Arte ETU. Con gli optional di serie, eh! Inoltre, se non potete pagarla come tutti i comuni mortali, potete collezionare tranquillamente i pezzi che trovate nelle patatine e montarla direttamente a casa vostra!
Che aspettate? Non perdetevela, la nuova Arte ETU!!!!